lunedì 22 febbraio 2010

IL SENSO DEL VIAGGIO



In questi giorni uggiosi di fine inverno mi ritrovo spesso a spiare il cielo sperando in uno squarcio d'azzurro. I pensieri vagano disordinati muovendosi intorno a ricordi di viaggio, frammenti di immagini in cui mi immergo volentieri.


Qualche giorno fa ha cominciato a ronzarmi in testa una domanda : " Perchè mi piace tanto viaggiare ?"


Non ho fatto grandi viaggi e non ho affrontato i disagi dei viaggiatori di lungo corso che spesso rischiavano vita o salute per concludere il loro cammino.


Bruce Chatwin, ultimo fra i grandi viaggiatori, nel suo libro " Le vie dei canti" sosteneva l'ipotesi, che condivido, che la vera natura dell'uomo è essere nomade. E' un libro che ho letto molti anni fa.


L'ho prestato ad una mia amica che l'ha passato a sua madre che a sua volta lo ha prestato a qualche altra parente. Non mi è più tornato indietro, esempio lampante di nomadismo libresco.


Fra i tanti esempi portava quello dei bambini piccoli che si acquietano quando la madre passeggia, cullandoli. In effetti una mia amica, madre da poco, riusciva a far dormire il figlio durante il giorno solo mettendolo nel passeggino, anche in inverno, girando per ore intorno a casa.


Viaggiare spesso comporta disagi, non trovi da dormire, non puoi lavarti, mangi qualche cosa non meglio identificata che si agita nel tuo stomaco tutta la notte e magari l'hai anche pagata un sacco di soldi insomma qualcuno, e ne conosco, potrebbe obbiettare " Si sta meglio a casa"


Lascio ad ognuno la propria opinione e mi tuffo nell'affaccendarsi per mettere a punto l'itinerario, organizzare cosa andare a vedere, preparare i pochi bagagli, viaggio sempre con poca roba pentendomene sempre a metà del viaggio.


L'emozione che si prova quando si chiude la porta di casa , una specie di borbottio in fondo allo stomaco e l'avventura comincia è impagabile.


Perchè per me di avventura si tratta, anche solo se stiamo via un giorno.


Lo sguardo si posa su posti nuovi o poco frequentati, l'aria ha un odore diverso e anche il caffè bevuto nel baretto trovato lungo la strada ha un sapore particolare.


C'è gente nuova da incontrare con la quale mettersi a parlare scambiando anche solo due parole di saluto. Poi, magari, si ha anche la fortuna di scoprire qualcosa di bello, una casa, un castello o anche solo un paesaggio e si torna a casa rinnovati come se la giornata ci avesse lavato da noie, ugge e inquietudine accumulate nella vita di tutti i giorni.


E voi perchè viaggiate ?






domenica 14 febbraio 2010

Voliera per umani nel Parco di Monza







A volte, sopratutto in primavera, quando il tempo comincia a virare verso il bello e si cammina volentieri al sole, mi capita di fare un giro nel Parco di Monza.
E' un posto piacevole. Ci sono grandi viali alberati e macchie di prati che si stendono fra filari di cespugli.


La gente cammina tranquilla o va in bicicletta e non sembra proprio di essere a pochi chilometri da Milano.
L'ultima volta che ci siamo stati, il Terzo Occhio ed io, abbiamo fatto una piacevole scoperta.
Nella località " Valle dei sospiri" ( forse c'è anche una freccia che la indica, non mi ricordo bene) abbiamo trovato una grande e bella scultura vegetale.
La Voliera per umani.

Spunta dal terreno come un enorme fungo, tutta fatta di rami intrecciati che esplodono da un pilastro centrale cavo che l'artista, Giuliano Mauri, ha chiamato " Cuore della cerimonia"
Man mano che ci si avvicina ci si rende conto delle sue proporzioni.
E' realizzata intrecciando rami caduti di castagno, nocciolo, olmo, faggio, corde e fango. Si entra da un'apertura e ci si trova in uno spazio concluso nella natura.
Natura delemitata dalla natura.
Una passerella ( che purtroppo non è agibile) permette di percorrere la circonferenza della voliera.
La scultura è stata realizzata nel 2005 per i duecento anni del Parco di Monza.
Un bellissimo esempio di "ArtLand".










domenica 7 febbraio 2010

Frutti antichi e castelli






















Oggi ho mangiato un frutto che non avevo mai assaggiato. Un Nashi o "peramela".






Ha la forma di una mela, tondeggiante con la buccia liscia di colore bronzo-dorato. La polpa bianca è croccante come quella dell'anguria. E' molto sugoso e profumato.
Mentre lo mangiavo mi è tornata in mente la mostra dei frutti antichi al Castello di Paderna ( Pc).
Si svolge nel primo week-end di ottobre. Io l'ho visitata in una giornata d'inizio autunno, con una pioggerellina leggera che irrompeva a tratti avvolgendo tutto in una nebbia evanescente.

Appena entrati ci siamo trovati di fronte e ad una schiera di mobili e arredi da giardino in ghisa, dall'aria vissuta.
Vasi colmi di melagrane, sostegni per piante rampicanti, sedie con riccioli e volute dalle quali sembrava che si fosse appena alzata una dama dell'ottocento.
I visitatori si aggiravano rapiti fra vasi di fiori e gabbie con gli animali da cortile. Uno vendeva le "anitre corridrici", una papera buffa tutta in verticale che corre invece di nuotare.
Sotto i portici avevano trovato posto un'antica fabbrica di tabarri, quei bellissimi mantelli a ruota che evocano viaggi in carrozza e paesaggi nebbiosi.
Vecchi asciugamani di lino, una scuola di ricami antichi piemontesi, una ragazza che faceva cappelli per bambini a forma di animali.

Un'azienda vinicola offriva il budino di mosto e vicino un'altro espositore vendeva zucche di ogni forma e dimensione.
Abbiamo girato guardando mele e pere di ogni forma e colore, grappoli d'uva e zucche una delle verdure che amo di più come forma e colori. Mi sembrava di partecipare ad una "Natura morta" uno dei soggetti pittorici che preferisco.

Il terzo Occhio ha fatto delle belle foto che allego.

La rassegna è curata dal Fai e c'è ogni anno. Castello di Paderna, comune di Pontenure (Piacenza).










lunedì 1 febbraio 2010

ARTISTI DI STRADA
















Ho ripescato queste foto dall'archivio del Terzo Occhio e subito mi sono tornate in mente quelle giornate estive di due anni fa.
Cascina Frui, un paesotto in provincia di Bergamo che ha mantenuto intatto l'aspetto del borgo medioevale, aveva organizzato il primo festival degli artisti di strada con gente che veniva da tutto il mondo.
Le stradine del borgo erano affollate e ci si muoveva a fatica ma ne è valsa la pena.
La magia questa volta non si sprigionava da delle mura o da una chiesa ma dagli spettacoli come quello dei funamboli che correvano perpendicolari alle mura di una torre antica o il corteo di galline pazze che suonavano trombette e flauti.

Un'altra sera un' altra manifestazione. Zona Martesana, provincia di Milano in cui scorre il naviglio Martesana, sulla piazza di Liscate si esibisce una delle poche famiglie circensi rimaste.
Padre, madre e tre figli.
Lui nome d'arte Girovago, lei Rondella, i figli al seguito in uno spettacolo dolce e poetico con pupazzi e musica, un po' d'illusionismo e tanta magia.
Alla fine il consueto "giro di cappello" con l'offerta di un poster con il gioco dell'oca disegnato da loro che ho subito comprato.

Ho letto che quando non sono in tournè vivono in Grecia su una barca, poi con la bella stagione approdano in Europa e vanno in giro dai teatri alle piazze a regalare un pizzico di poesia.